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Credits: Instagram @enrico_ruggeri
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Enrico Ruggeri: “La Rivoluzione parla della mia generazione”

Enrico Ruggeri ha raccontato il significato del nuovo album, “La Rivoluzione”, e l’importanza della sua band. Leggi e ascolta l’intervista!

Enrico Ruggeri ha raccontato il significato del nuovo album, “La Rivoluzione”, e l’importanza della sua band. Leggi e ascolta l’intervista!

 

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Enrico Ruggeri: “La Rivoluzione parla della mia generazione”

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Francesco Bianco a Enrico Ruggeri all’interno di Wake Up: il programma di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 08.30.

1_Come stai dopo l’uscita del tuo nuovo album “La Rivoluzione” (18 marzo 2022)?

Sono molto operativo: è obbligatorio essere in forma tre giorni dopo la pubblicazione di un disco!

2_È come un “Best Of” dei tuoi ultimi anni: hai scritto molte canzoni e hai scelto quelle che preferivi.

Con tutte le cose che sono successe, non era consigliato pubblicare un progetto discografico. Nel primo periodo della pandemia fino all’estate del 2020, ho scritto il mio romanzo. Dopodiché sono stato in studio. Ho la fortuna di avere i miei musicisti: con loro ho suonato, scritto canzoni, abbiamo cercato le potenzialità migliori del suono e il tempo è passato senza che ce ne accorgessimo.

3_Il titolo del tuo ultimo album evoca sentimenti anche positivi: le rivoluzioni spesso si fanno per raggiungere obbiettivi importanti.

La mia rivoluzione è la storia del passaggio tra l’adolescenza e l’età matura. Quando siamo adolescenti ci immaginiamo un mondo che non sarà così: sarà diverso nel bene e nel male. È la storia anche di una generazione particolare, come la mia: la generazione che è passata da andare a letto dopo Carosello, alle bombe di Piazza Fontana, il terrorismo, le Brigate Rosse, i pestaggi, l’arrivo dell’eroina, dell’AIDS. Una generazione che ha combattuto anche attraverso grandi difficoltà, ma che ha costruito qualcosa di importante.

Enrico Ruggeri: “La Rivoluzione parla di una generazione”

4_È molto bella anche l’immagine di copertina del disco: una tua vecchia foto di classe.

L’idea della copertina è nata mentre mettevo a posto i miei cassetti. Avevo già pronte altre copertine e la stavo scegliendo, quando poi ho visto questa foto ne sono rimasto folgorato perché ho pensato: “In fondo sto parlando proprio di questi ragazzi”. Ho deciso, quindi, che quella doveva essere la copertina ufficiale. Nello scatto mi trovavo proprio nel mezzo del gruppo, cosa che fa sembrare la foto calcolata, ma non è così.

5_Nelle tue canzoni fai riferimento a una generazione in particolare ma in realtà, ognuno di noi ci si può identificare.

È il cambio che avviene quando entri nel mondo, quando quest’ultimo si palesa con le sue realtà, difficoltà, rotture e occasioni. Come dice anche una canzone dell’album che si chiama “Vittime e colpevoli”: non ci sono i buoni e i cattivi perché tutti noi, a turno, andiamo da una parte e dall’altra della barricata, senza accorgercene. È bello raccontare la vita.

6_Fu “Mistero” la prima canzone rock a vincere il Festival di Sanremo, ancora prima dei Måneskin.

Dal 1993 è rimasta per 70 anni l’unica canzone rock a vincere Sanremo, ma i record sono fatti per essere eguagliati. La vittoria di “Mistero” fu davvero una svolta epocale perché nessuno se lo aspettava.

7_Dove trovi la spinta per realizzare un album di inediti?

Nella vita. La cosa interessante è che lo stesso argomento lo puoi trattare dieci volte a patto che tu cambi l’angolazione. Per esempio, l’amore a 20 anni lo vedi in un modo, a 30 anni in un modo diverso e così via. Ogni tema ha mille sfaccettature. Parto dal presupposto che la vita di ogni essere umano nel mondo può essere raccontata da un film, da un libro, da una canzone: la gente è interessante.

Ruggeri: “La Rivoluzione parla di una generazione”

8_Incontrerai il tuo pubblico attraversando l’Italia.

Questi incontri e i concerti sono i momenti che tutti quelli che fanno questo mestiere aspettano di più: salire su un palco e vedere le persone che sono felice di sentirti cantare e si divertono insieme a te. Anche gli incontri con i fan sono molto piacevoli: è un modo per conoscersi meglio.

9_La band per te è fondamentale?

Io nasco come cantante di una band, poi a un certo punto, i miei dischi hanno iniziato ad assumere il nome di “Enrico Ruggeri”. Sono ormai uno degli ultimi cantanti in Italia che stanno in studio fin dal primo momento della creazione di un album. Il suono è importante, è fondamentale scegliersi i musicisti giusti, delle persone che abbiano la tua stessa visione delle cose e possano seguire i tuoi progetti.

10_Sei anche Presidente della Nazionale italiana cantanti che sta collaborando con Fondazione Progetto Arca onlus a sostegno dell’Emergenza Ucraina.

È andato Boosta dei Subsonica insieme a tre nostre collaboratrici ai confini tra la Romania e l’Ucraina. Hanno portato cucine da campo, coperte, medicine, vestiti, tutto quello che serve per aiutare le vittime di questa tragedia. Cerchiamo di intervenire.

11_Il numero solidale è 45527, attivo fino al 31 marzo 2022. Se volete maggiori informazioni basta andare sul sito della Nazionale italiana cantanti. Enrico, ci vediamo in tournée. 

Non vedo l’ora.

Written by Redazione Lattemiele

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