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Rosa Chemical: «Normalizziamo l’essere se stessi»

Rosa Chemical ci ha raccontato del brano “Non è normale” e del tour in giro per l’Italia sul camper logato. Leggi e ascolta l’intervista!

Rosa Chemical ci ha raccontato del brano “Non è normale” e del tour in giro per l’Italia sul camper logato. Leggi e ascolta l’intervista!

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Rosa Chemical: «Normalizziamo l’essere se stessi»

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Rosa Chemical all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni venerdì dalle 21.00.

1_ Come stai? Da quanto hai il furgone rosa con il quale sei arrivato qui in radio?

Bene, un po’ stanco. È l’ultimo giorno di tour, però stiamo tutti molto bene. Siamo in giro per l’Italia da circa due settimane.

2_ Qual è la cosa più strana che ti è successa dall’inizio di questa esperienza su ruote?

Fare una fiancata con il camper a un’altra macchina (ride, ndr). Il proprietario dell’altra macchina ha detto che era tutto ok, solo lo specchietto si era rotto. È stato strano firmare piedi, accendini, Tachipirina. Ho firmato un sacco di cose assurde!

3_  Hai anche dormito dentro al camper?

No, ho detto che l’avrei fatto almeno una volta ma alla fine non ce l’ho fatta: ero troppo stanco.

4_ Il tuo pezzo “Non è normale” ti riporta alle origini perché hai disegnato tu il billboard in centro. Anche se nasci come Writer, non avevi paura di sbagliare qualcosa?

Non ho mai paura di sbagliare, specialmente nei graffiti: non sbaglio mai.

5_ E in musica?

Non mi sento di sbagliare. Poi magari può non piacere.

6_ Cosa significa fare le cose giuste e le cose sbagliate?

Il punto è proprio quello. Una persona può reputare sbagliato un brano che non piace, ma io non la penso così. Se ho fatto quel pezzo un motivo c’è. Se poi viene ascoltato meno, è un altro conto. Io ascolto, per esempio, gli Slipknot. Sono una di quelle persone che in un loro album, ascolterebbe in loop il pezzo che va di meno.

7_ Non fare la “MMH -AH AH AH”?

Sono riuscito nel mio intento. Avete presente Aldo, Giovanni e Giacomo in “Unplugged”, nella scena finale  al museo d’arte contemporanea? Aldo mette davanti a Giovanni e Giacomo una cornice senza quadro e dice che è un’opera d’arte, proprio perché il pittore li mette davanti a una scelta: sta a loro trovare il soggetto e darvi un significato-

8_ Con “Comincia tu” sei stato ospite di Tananai a Sanremo 2022: hai mai pensato di partecipare per conto tuo?

Sì, ci penso spesso e mi piacerebbe molto.

9_ Pensi che possa essere un luogo in cui  essere davvero te stesso oppure no, essendo un programma televisivo?

Penso che un modo per essere te stesso nel modo giusto, si possa trovare. Non c’è un luogo in cui essere me stesso al 100%, se non a casa mia quando sono da solo.

10_ In “Non è normale” dici che non ti hanno capito. In cosa ti senti incompreso?

Basta guardare i commenti alle mie interviste appena fuori dalla mia comfort-zone: è molto semplice vedere in che cosa non sono stato capito.

11_ È uno spaccato di società a non averti capito. Ad esempio, qui con noi ci sono 10 persone e non penso ci sia qualcuno che, non capisca come sei.

Sì, ma qui lavorano tutti con la musica, sono abituati. Se prendi un mio pezzo e ne fai leggere il testo a una qualsiasi persona al di fuori di questo contesto, dove arte e musica non centrano, impazzisce con violenza: commentano con cose davvero cattive.

12_ Tu hai deciso di esporti. Da dove nasce questa missione? Alla fine potevi essere te stesso anche a casa con i tuoi quattro amici.

Se una persona sceglie di fare l’artista significa che ha molto ego: io so di avere un ego molto grande – è un difetto, lo so – ma non mi andava di tenere questa mia caratteristica solo per me. Sapevo di avere qualcosa in più da dire, anche rispetto ai miei amici che, magari, non avevano voglia di esporsi.

13_ Pensi che il tuo messaggio abbia fatto bene a qualcuno?

Sì, fortunatamente mi riempiono di messaggi belli, specialmente nell’ultimo periodo in cui abbiamo fatto questo tour. Molta gente mi sta dicendo che il mio messaggio, anche al di fuori delle mie canzoni, li sta aiutando: chi a fare outing, chi a vestirsi in un certo modo, chi a dire ai propri genitori qualsiasi cosa, i propri gusti. Tante persone mi hanno scritto che sono riusciti ad accettare finalmente sé stessi, quindi se io riesco ad aiutare qualcuno attraverso il mio modo di essere, sono solo che felice.

14_ Hai cambiato produttore.

Sì, adesso faccio pezzi con CanoVa.

15_ Che differenze trovi a lavorare con CanoVa piuttosto che con B Dope, anche a livello di approccio?

Sono approcci diversi. Con B Dope è un po’ più sensazionale, ci mettiamo seduti e parte uno scambio di vibrazioni: lui pensa agli accordi, io alla melodia. C’è una simbiosi molto più semplice, primordiale, istintiva. Con Michele, che è un professionista con oltre trent’anni di esperienza e produzioni alle spalle, è molto più tecnico. C’è un team di autori. Sono mondi diversi: non c’è un meglio o un peggio.

16_ Gli Oasis fanno parte dei tuoi ascolti? Avevi delle reference per fare “Non è normale”?

In realtà è nata per caso. Non avevamo reference e nemmeno cattivi propositi.

17_ Hai lavorato anche con Vincenzo Colella e Leonardo Zaccaria.

E Alessandro Pacco, è un team di tre persone.

18_ Collaborare con altre persone anche alla scrittura ha aggiunto qualcosa a quello che tu puoi fare?

Io penso che lavorare con gli autori sia un’arma a doppio taglio: se hai una personalità forte e l’autore è bravo a percepirla e coglierla per ampliare il tuo messaggio, allora è la cosa migliore del mondo. Ma se tu non riesci a scrivere e lasci che qualcuno scriva al posto tuo, allora no. Noi non lavoriamo così. Non mi faccio scrivere i pezzi da qualcuno, è uno scambio di idee.

19_ Hai delle cose in cantiere?

Parecchie!

Written by Redazione Lattemiele

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