Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Co_me_te all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni giovedì dalle 21.00.
1_ Il 4 giugno 2021 è uscito il tuo disco Solo cose belle. È un periodo bello?
Bellissimo. Si ricomincia a vivere e a suonare. Ho pubblicato un disco che mi rappresenta molto e ne vado fiero, anche se è uscito più tardi rispetto al previsto. L’estate è il momento più bello per le novità.
2_ Nel brano Naftalina dici: “Ridere non è mai stato bello”.
La canzone racconta di una storia che non è finita bene e ne ripercorre i momenti belli e brutti. Racconta di quel momento in cui dici “basta” perché ti accorgi che non ridi di cuore da tanto tempo. Naftalina per me è l’ultima dichiarazione di non amore, di fine amore.
3_ Ho percepito una relazione un po’ forzata.
Forzata, tossica. Quelle relazioni in cui ti sembra di essere in ascensore con un estraneo e se capita questo con l’altra persona, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Con Naftalina cerco di esorcizzare questo momento, così come con tutto il disco, parlando di fatti realmente accaduti.
4_ La copertina dell’album è composta da un occhio con un sole all’interno che piange.
Sono molto legato a questa copertina. Quando sono entrato nello studio di Gio Pastori – un artista milanese che fa opere-collage – e gli ho spiegato il significato che volevo dare al progetto musicale, ho subito visto quella grafica e l’ho fatta mia.
Volevo un occhio che piange e che allo stesso tempo, sogna e immagina: siamo sempre noi, due facce della stessa medaglia che si chiama vita.
5_ L’11 luglio 2021 suoni a Villa Ada (Roma)
È il primo concerto a Roma – ingresso gratuito – di pandemia. Quest’estate ricominciamo e seguiranno tante altre date. Stay tuned!
6_ Cornflakes è il tuo primo singolo dopo X Factor.
È il brano che portai come primo inedito nel talent. All’epoca non avevo nemmeno Spotify, è uscito con la creazione del mio canale. Gli devo molto. Avevo tante canzoni pre-registrate ma abbiamo puntato su questa.
7_ All’interno del programma ti eri presentato come Eugenio Campagna e poi, una volta uscito, hai ripreso il tuo nome d’arte. Come mai questa scelta?
Mi ero presentato come Comete. Senza nascondere nulla, gli autori avevano imposto di usare i nomi di battesimo. Quando sono uscito, ho ripreso Comete perché non è solo un nick ma il mio credo: ciò che mi fa fare musica.
Comete se sposti l’accento diventa Come Te. Quando faccio musica cerco sempre di scrivere, raccontando storie mie ma mettendomi sempre nei panni degli altri. Parlo di me ma con uno sguardo vero verso la vita degli altri.
8_ Influenze dalla scuola cantautorale romana?
Venditti, De Gregori, Battisti e Lucio Dalla: le sue canzoni mi sono servite a capire l’importanza della comunicazione.
9_ Nonostante questo, il tuo disco è molto moderno. Per arrivare a questo sound, hai fatto un ragionamento a livello di suoni o è stata la produzione a guidarti?
Registro con Federico Nardelli e Giordano Colombo, due top player. Prima di suonare, avevo iniziato a parlare di un possibile sound. Federico mi ha stoppato subito e detto: “Prendiamo la chitarra, mettiamoci a suonare e quel che esce, esce”. A priori non si poteva impostare ne decidere nulla.
É uscito un lavoro vero: non abbiamo seguito nessun tipo di corrente/suono di tendenza. Abbiamo seguito l’anima della canzone. Anche se si dice che l’arrangiamento veste il brano, in realtà è l’ultimo step della scrittura. Sono molto contento del risultato ottenuto e di aver collaborato con loro.
10_ Avevi una tua identità ben precisa, forse questo è stato fondamentale.
La materia prima è importante. Comunicare è una atto sacro per me. La ricerca della canzone perfetta non finirà mai e per questo scriverò per tutta la vita.
Biografia: Comete
Eugenio Campagna, in arte Comete, è nato nel 1991 a Roma. Ha partecipato alla tredicesima edizione del talent musicale di Sky, X Factor 2019.
