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Dani White: «Per scrivere un pezzo ho bisogno di provare sofferenza»

Dani White ci racconta il suo essere tramite il genere che suona: il pop-punk. Leggi e ascolta l’intervista!

Dani White ci racconta il suo essere tramite il genere che suona: il pop-punk. Leggi e ascolta l’intervista!

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Dani White: «Per scrivere un pezzo ho bisogno di provare sofferenza»

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Dani White all’interno di Giovani Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni giovedì dalle 21.00.

1_ Il genere musicale delle tue canzoni proviene dal punk, la nuova onda californiana ti ha dato la spinta per portarlo anche in Italia?

Sono un artista un po’ strano. Due anni fa ho realizzato un progetto di dieci/quindici tracce in cui era già presente questa nuova ondata musicale. Nessuno aveva ancora portato questo genere in Italia, ma a me è sempre piaciuto. Quando iniziai quindici anni fa volevo salire sul palco con una band, scrivere canzoni melodiche, poi iniziai a dedicarmi al rap e mi venne più facile. Voglio rimanere più estraniato dalle nuove uscite, in modo tale da non essere troppo influenzato in quello che faccio. Sembrerà strano perché tanti artisti vogliono rimanere sempre aggiornati su quello che succede nel mondo musicale io, invece, io preferisco non esserlo.

2_ “Sei gradi sotto zero” è la tua ultima canzone. Come mai la scelta di questo titolo?

In questo periodo pubblicano tutti un brano estivo, mentre io ho deciso di fare diversamente, con un titolo che porta un’ondata di freschezza.

3_ C’è una persona in particolare che è stata la chiave di volta nella ricerca dentro te stesso?

Scrivo i testi delle mie canzoni completamente di getto, puntando a quello che ho vissuto e che vedo vivere al giorno d’oggi. Scrivo in modo che i miei fan e gli ascoltatori possano rispecchiarsi, perché è importante per me. Diciamo che, nella mia vita, delle storie d’amore sono state un fulcro e mi ha portato, tramite la sofferenza di quando si chiude una storia o che magari è importante, a crescere tantissimo a livello musicale personale, di vita, quindi sono contenta anche di questo: queste cose, ragazzi, servono.

4_ A un certo punto, uno diventa anche un po’ dipendente da questa cosa di scrivere.

Assolutamente sì. Certe volte, infatti, mi chiedo cosa potrei scrivere e sono magari in un periodo positivo, tipo oggi: sono qui con voi e sono contento, poi arrivo a casa e voglio scrivere un pezzo, mi metto davanti al computer e no, ho bisogno di un po’ di sofferenza.

Dani White: «Per scrivere un pezzo ho bisogno di provare sofferenza»

5_ “Mdma” ha fatto più di centomila ascolti su Spotify e il video ha altrettante visualizzazioni, quasi mezzo milione di ascolti in totale.

412 mila se non sbaglio. Sta andando molto bene ed è stato il lancio del mio nuovo progetto. Non sapevo neanche, infatti, come potesse percepirlo il mio pubblico, però è quello che volevo fare.

6_ Adesso, guardando al passato e a come l’hai scritto, secondo te questo brano cosa aveva di diverso? Qual è stata la chiave che gli ha fatto fare successo?

Secondo me è piaciuto al pubblico perché ha toccato un argomento molto importante. Poteva essere un’arma a doppio taglio: ho paragonato la dipendenza dalle droghe con la dipendenza che può provocare una storia d’amore. Avrei potuto ricevere delle critiche. Secondo me, il messaggio è stato la chiave di volta del pezzo.

7_ Avere un pezzo che fa così tanti ascolti porta dei cambiamenti come l’essere contattati da realtà discografiche?

Più o meno un anno fa ho avuto la possibilità di presentare alcuni progetti. Sono due anni che sto lavorando a questi e sembra interessare molto. Tuttora ho richieste e proposte, però sto valutando perché mi piace essere indipendente e mi piace il percorso che sto facendo. Ho comunque formato una squadra a livello di produzione video e audio.

8_ Come si chiama il nuovo progetto?

Non ha ancora un nome perché uscirà nel 2023: sicuramente si sentirà parlare di noi.

9_ Perché il punk, secondo te, è un genere che può fittare nella cultura italiana?

Un po’ di tempo fa era il rap il genere musicale in cui si poteva dire quello che pensavi realmente. Secondo me ad oggi questo posto lo ha preso il punk. In realtà, però, è sempre stato un genere di protesta.

Written by Redazione Lattemiele

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