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Ermal Meta: “Sono un privilegiato che fa qualcosa di speciale”

Ermal Meta ci ha raccontato il suo essere una “persona normale” che punta alla semplicità e all’inclusività. Leggi e ascolta l’intervista!

Ermal Meta ci ha raccontato il suo essere una “persona normale” che fa qualcosa di speciale. Leggi e ascolta l’intervista!

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Ermal Meta: “Sono un privilegiato che fa qualcosa di speciale”

 

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Gilda Balducci e Max Occhiato a Ermal Meta, Big in gara alla 71esima edizione del Festival di Sanremo, all’interno di I Due delle 2: il programma di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00.

1_ Sei conosciuto come autore di molte canzoni. Hai fatto letteralmente il botto con il tuo primo album (Umano, 2016). Hai collezionato tanti successi e vinto anche il Festival di Sanremo nel 2018, con la canzone “Non mi avete fatto niente” insieme a Fabrizio Moro. In un post su Instagram hai ricordato quella speciale ricorrenza.

Sono molto legato al Festival di Sanremo e a tutto ciò che quel palco ha portato di positivo nella mia vita. Ieri ero emozionato, devo ammetterlo. Non credevo mi sarei sentito così, essendoci già stato in precedenza. Pensavo sarei stato più “al riparo” ma a quanto pare, in alcuni luoghi non lo sei mai.

2_ Dicevi che saresti arrivato al Festival con uno spirito leggero. Hai portato una canzone d’amore semplicissima. In realtà “Un milione di cose da dirti” è una storia in cui tutti vorremmo essere protagonisti. Spesso dici che “le canzoni ti scelgono e poi vengono al mondo”. Questo pezzo come ha bussato alla tua porta e quando?

Il come non saprei. Le canzoni seguono un loro percorso che è anche molto difficile da comprendere. So solo che tre anni fa circa, mi sono ritrovato con questo testo fra le mani. È un po’ quello che è successo con “vietato morire”: nel giro di un quarto d’ora avevo il pezzo. Immediatamente ho registrato piano e voce e l’ho lasciata a sedimentare.

3_ Hai un rito scaramantico che fai prima di salire sul palco?

Sinceramente no, per un motivo preciso. Essendo una persona molto distratta che si dimentica tutto, se avessi un rito scaramantico e mi dimenticassi di metterlo in pratica prima di salire sul palco, starei malissimo (ride, ndr).

4_ Qual è la prima cosa che dirai ai fan, appena ti esibirai in un concerto sold out dei tuoi?

Penso che per i primi 2/3 pezzi non riuscirò a parlare. Mi limiterò a cantare con tutto il fiato che ho nei polmoni. Solo dopo riuscirò forse a dire qualcosa. C’è il rischio che parta un monologo abbastanza lungo: non salgo da due anni su di un palco! Adesso, la voglia di esibirmi è immensa.

5_ La terza serata del Festival è dedicata ai duetti e alle cover. Hai scelto un pezzo da novanta (Caruso) e sarai accompagnato da ben due orchestre.

Sì, l’orchestra del Festival e la Napoli Mandolin Orchestra. Per questioni legate alla sicurezza, ci saranno solo quattro musicisti e non tutti e dodici.

Caruso di Lucio Dalla, la canzone che ho scelto come cover, è una perla di rara bellezza.

Ermal Meta: “Sono un privilegiato che fa qualcosa di speciale”

6_ Quest’anno è un Festival in solitaria in cui non c’è la possibilità di fare “casino” con i colleghi. Come vivi questa situazione stanza-palco-palco-stanza?

Per carattere non sono una persona che si intrattiene troppo, va alle feste. Sono sempre stato così. Soprattutto in una situazione del genere in cui c’è tensione nell’aria, si canta davanti a milioni di persone e si hanno determinate responsabilità, cerco di vivere le giornate in maniera morigerata.

7_ Il 12 marzo 2021 uscirà l’album “Tribù Urbana” che contiene anche il brano di Sanremo. Che temi e quanta grinta ci hai messo?

So che lo dicono tutti i musicisti ma, sono particolarmente orgoglioso di questo disco. È venuto esattamente come me l’ero immaginato. Molto spesso, quando si inizia a lavorare a un album, hai in mente un’idea che poi subisce delle trasformazioni. Tribù Urbana invece, è l’esatta fotografia di ciò che avevo in mente.

È un disco variegato che contiene 11 canzoni ognuna con un vestito sonoro diverso dall’altra. È un album che io definisco “inclusivo” in cui tutti troveranno un pezzo di loro stessi.

8_ I tuoi fan, i “Lupi di Ermal”, ti preferiscono più romantico o rockettaro come in “No Satisfaction”?

Penso che gli piacciano entrambe le anime, sono parte di me. È un contrasto vincente. Ho iniziato a fare musica a metà degli anni ’90 e ho attraversato parecchi generi musicali. “No Satifaction” non è una novità dal punto di visto sonoro ma è frutto di quelle contaminazioni.

9_ Com’è essere te?

Ho sempre amato la musica e cercato di farla anche quando non era possibile. Ciò che è accaduto negli ultimi anni è frutto di duro lavoro ma anche di un po’ di fortuna. Ho incontrato le persone giuste nel momento giusto che hanno creduto in me. Anche i fan hanno fatto la loro parte: è stata una comunione d’intenti. Alla fine avviene qualcosa di chimico, un legame, un’alchimia.

Sono una persona normalissima, con pregi e difetti. Non mi ritengo speciale. Sono solo un privilegiato che fa qualcosa di speciale.

Written by Redazione Lattemiele

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