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Galeffi: «Trovo surreale che qualcuno si tatui le mie parole»

Galeffi ci ha raccontato le emozioni contrastanti di questo periodo di transizione pre-tour. Leggi e ascolta l’intervista!

Galeffi ci ha raccontato le emozioni contrastanti di questo periodo di transizione pre-tour. Leggi e ascolta l’intervista!

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Galeffi: «Trovo surreale che qualcuno si tatui le mie parole»

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Andrea D’Agostino a Galeffi all’interno di Arena Lattemiele: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 16.00.

1_ Sei più un tipo da caldo o da freddo?

Io sono un tipo da casa, m piace stare a casa.

2_ Appollaiato davanti al termosifone?

Divano, termosifone, esseri umani. Dipende.

3_ Il tuo ultimo album parla molto di questo: di casa, di essere vicino a qualcuno. Anche un po’ della mancanza del calore che penso sia uscita poi nel tuo ultimo album, pubblicato quest’anno, scritto per larga parte durante il 2021, i mesi del lockdown.

Sì, diciamo che ho pubblicato un disco nel 2020 precisamente all’arrivo della pandemia. Dovevo aspettare un tot di tempo, visto che non si sapeva quanto sarebbe durato il lockdown, ho voluto scriverne subito un altro. È nato quasi tutto dentro casa durante quel periodo.

4_ Immagino che ti abbia fatto molta compagnia.

Scrivere le canzoni? Anche, non solo! Anche molta tristezza perché, comunque, quando fai un disco sacrifichi tanto della tua vita (che però recuperi durante i concerti). Il fatto di non essermi esibito mi fa sentire a credito, quindi venite al concerto!

5_ Hai in programma un tour che occuperà tutto gennaio, partendo a dicembre con due date: Roma (sold out) e Milano. Porterai sul palco due album.

Inizierò a fare le prove tra due giorni e abbiamo qualcosa come 28 canzoni da provare. Non so come farò. Neanche me le ricordo più, qualcuna devo ripassarla! Il live durerà circa tre ore.

6_ Sarà contento chi ti verrà a vedere.

Loro sì, io tornerò in albergo stravolto. Infatti ho ricominciato a giocare a calcetto, in questi ultimi due mesi, per recuperare un po’ di fiato.

7_ Nel tuo ultimo album “Belvedere” ho notato una certa maturità. A livello musicale sono presenti molti archi. Com’è stato realizzare quell’album e cosa volevi fare, soprattutto?

Volevo mettermi in difficoltà, perché sia la mia musica che quella degli altri mi annoia, quindi cerco sempre di mettermi in discussione e di andare dove penso di essere scarso o, comunque, nei luoghi che istintivamente mi attirano anche se non ho ancora la consapevolezza del perché voglio andare in quella direzione.

Quindi, come dici tu, c’erano tre brani senza gli ottavi, così anche “Dolce vita”, “Asteroide”, “Un sogno”, “Due girasoli”. Diciamo che la musica francese usa tantissimo il sei ottavi: porta sempre molto nell’immaginario di Parigi, “Midnight in Paris”, di cui io sono profondamente fan. A volte, accade anche un po’ per caso, nel senso che magari stai a casa ore sugli stessi accordi e poi, a un certo punto, seguendo il flusso di coscienza, nasce la canzone.

8_ Sei uno di quei cantautori che oggi, un po’ per la generazione 20-30 anni, hai scritto delle canzoni che sono diventate un po’ una sorta di manifesto. Canzoni da dedicare a una fidanzata, a una potenziale compagna. Come la vivi?

Cerco di non pensarci perché mi imbarazza. Anche io l’ho fatto a mia volta e vedermi scritto sui muri, o sui corpi perché molti mi mandano le foto dei tatuaggi che si fanno, ovviamente mette un po’ di ansia. Un’ansia di quelle buone però. Se ci penso è surreale che qualcuno si faccia una scritta con le mie parole. Ovviamente mi fa piacere ma, non ci penso se no mi impallo!

9_ Hai un mega tour che ti attende con date di ore ed ore consecutive in cui porti tutti e due gli album. Quante canzoni hai scalettato? Hai sorprese? Non mi dire quali, dimmi solo se ne stai preparando qualcuna.

Più o meno 28 canzoni ma suppongo che arriveremo a 23. Dobbiamo ancora fare seriamente le prove. Ce ne sarà qualcuna, ovviamente non posso dire cosa ma sì, ci saranno.

10_ Cosa ci dobbiamo aspettare?

Da parte mia tutto, voce, cuore e balletti. A parte gli scherzi, per noi che abbiamo il privilegio, la fortuna e la bravura di fare questo mestiere, molto più difficile di quello che la gente possa pensare, non suonare è stato durissimo a livello di energie. Perciò, non vedo l’ora di farlo seriamente. Non è mai stata così tanto vera questa frase. Ho la sensazione di volermi divertire e di godermi appieno tutto. Tra l’altro, non mi aspettavo nemmeno tutto questo perché in 4 anni la musica è cambiata, è cambiato tutto. Il fatto che io sia rimasto ancora nei cuori della gente mi ha dato tantissima carica.

Written by Redazione Lattemiele

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