Annamaria Bernardini De Pace in un salotto
Foto di Annamaria Bernardini De Pace in un salotto Credits: IG @annamariabdp
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Annamaria Bernardini De Pace: «La violenza non fa distinzioni di genere»

Durante la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Annamaria Bernardini De Pace ci ha parlato di tutti i tipi di violenza.

Durante la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Annamaria Bernardini De Pace ci ha parlato di tutti i tipi di violenza.

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Annamaria Bernardini De Pace: «La violenza non fa distinzioni di genere»

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Francesco Bianco e Filippo Jarach a Annamria Bernardini De Pace all’interno de Il Filo Bianco: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda il sabato dalle 18.00.

1_ In un’intervista ha sottolineato la distinzione tra gelosia e invidia. È più pericolosa la seconda.

È molto più pericolosa. Io l’ho scoperta in questi ultimi vent’anni perché molte coppie si separano a causa dell’invidia dell’uomo verso la donna.

Se un uomo avanza in carriera, la donna lo sostiene. Se succede il contrario, anche con parità di professione, è un disastro: non può reggere il fatto che la donna sia migliore di lui. Anche in sede di dichiarazione dei redditi succede la stessa cosa.

2_ Vale spesso anche in politica.

Sì. Anche se credo che il compagno di Giorgia Meloni non abbia davvero avuto problemi. Sono stati gli avversari politici a creargliene.

3_  Alle sue figlie dice sempre: se vi dicono “sei mia”, scappate.

Sono due cose, la gelosia e l’invidia, che distruggono l’amore. Aggredisci ed elimini chi è più forte di te, perché ti fa sentire inadeguato.

Poi, d’altro canto, lo vuoi introiettare, perché “sei mia” lo dice chi da solo non vale niente.

Non è passione. È brutto perché oggettivizzi la persona. “Siamo nostri” è più bello ed erotico.

4_ È d’accordo quando si dice che la gelosia è una cosa personale?

È un problema delle persone non complete, non soddisfatte di sé.  Quindi, si mettono in competizione con l’altro.

5_ Fuori onda ha detto che la separazione viene chiesta, nel 76% dei casi, da una donna.

Lo dico perché ammiro le donne che hanno iniziativa. Una volta scappavano, ora non più.

Se tutte le donne che non stanno bene chiedessero la separazione, la percentuale salirebbe a 100% .

La verità è che gli uomini non la chiedono perché hanno la mentalità del poter avere fuori il divertimento e avere in casa la serva, madre dei figli, cuoca, cameriera…

Una volta ho sostenuto che il matrimonio dovesse essere un contratto a termine, come la locazione. Il “per sempre”, oggi che la vita dura tanto, fa venire ansia.

Anche adesso, il 50% delle donne non lavora. Molte sono mamme, molte hanno un marito ricco, molte non hanno voglia o si fanno mantenere a destra e sinistra. Una volta il matrimonio era un dovere e si era convinti che dovesse durare di più, perché formava i cittadini.

Si formavano i figli per lo Stato. In quei casi la donna era tutelata dall’uomo.

Annamaria Bernardini De Pace: La violenza è violenza

6_ Le statistiche inerenti le violenze sono preoccupanti.

La colpa non è di come si veste la donna. Il male è negli occhi di chi guarda.

Non mi piace sentire che tutti gli uomini sono criminali e mostri, che si devono educare solo gli uomini e le donne possono fare quello che vogliono.

Siamo tutti sullo stesso piano, tutti devono essere prudenti. Non esiste il diritto di essere libere di andare in giro nude: è una terribile violazione del pudore. Se lo fai ti prendi le conseguenze, perché i maniaci esistono e sono ovunque.

7_ Ci vuole, sostanzialmente, comprensione reciproca.

Ci si deve capire. Oggi c’è una contrapposizione che non porta a nulla di buono.

Una sera, una trasmissione, una femminista se la tirava e ha chiesto al conduttore se una donna con la gonna la chiamerebbe “troia”. Ovviamente lui ha negato.

Le femministe hanno una visione sbagliata dell’essere donna. Dobbiamo essere rispettosi e discreti. La violenza esiste sia negli uomini, sia nelle donne.

Quante donne uccidono i propri figli? Quella non è violenza?

8_ Lei ha partecipato alle battaglie degli anni Settanta e Ottanta. Quelle del femminismo radicale.

Quello aveva senso di esistere perché non c’erano leggi che parificassero uomini e donne. Nella famiglia l’uomo aveva il diritto di vita e di morte.

Ho combattuto quando c’era da combattere al fianco di Pannella. È stato un grande, ha dato senso alla politica attiva.

Io sono antiabortista, ma gli sono stata vicina perché era giusto. Le altre donne devono avere la possibilità di abortire, ma non è un diritto. Semplicemente, non è più reato come prima e, grazie allo Stato e agli ospedali, lo si può fare gratuitamente.

9_ Il femminismo è comportarsi come si vuole?

A ogni diritto corrisponde un dovere. Quando sento parlare di diritto all’aborto, qual è il dovere corrispondente? Quello della gravidanza?!

Le femministe accettano l’utero in affitto. Io sono stata femminista, ma mi fa paura perché non puoi lasciare un bambino nella pancia della madre e strapparlo dopo il parto.

Allo stesso tempo per me è vietato vietare. È la sola cosa con cui non concordo col governo attuale. Giorgia Meloni ci fa fare bella figura all’estero, è diretta e fiera. Dovrebbe avere più donne attorno a sé anziché uomini.

Il “vietare” ti fa criticare in continuazione, come quanto Lilli Gruber disse che la Meloni rappresenta il patriarcato. In verità non lo è: è cresciuta in una famiglia di sole donne e ha lasciato il compagno a causa dei pregiudizi altrui.

Io dico sempre “chi fa falla, chi non fa, sfarfalla”.

Il 25 novembre è la giornata contro LA violenza.

10_ Il 25 novembre è “la giornata contro la violenza di genere”.

È sbagliato, perché deve essere contro la violenza.

Non sapete quanti omosessuali vengono violentati e non denunciano perché hanno vergogna. La stessa cosa accade alle lesbiche. Quanti uomini sono oggetto di violenza psicologica da parte delle donne?

Alcuni uomini maschilisti hanno le mogli a casa che li smazzano. Se sono dirigenti, i dipendenti vengono vendicati dalle loro donne.

11_ Cosa ne pensa del clima del politicamente corretto?

Gli asterischi non mi fanno capire niente quando leggo, così come il linguaggio senza lettere.

Io sono “avvocato” perché conta il ruolo. È una figura istituzionale e il ruolo è neutro, non conta se si è uomo o donna.

12_ Lei è nonna. Ha solo nipoti maschi?

Tre maschi e una femmina. Sono una nonna paritaria e felice di poterli viziare.

Con in miei figli sono stata una madre abbastanza severa. Non li viziavo perché non avevo soldi. Ho fatto tutto da sola e tutto dipendeva da me. Ora che li ho, li dedico ai nipoti.

Sono preoccupata per tutti loro. Vivono lontani, ma quando si incontrano c’è l’amore che hanno trasmesso le loro madri.

13_ Lei parlava delle persone della comunità Lgbq+ che subiscono violenza.

Subiscono sia dai loro simili che dagli omofobi, ma si vergognano a denunciare.

Io ho combattuto per loro, ho scritto anche un libro (“Diritti diversi: la legge negata ai gay”, 2009, ndr). Oggi vorrei che si parlasse della violenza in generale, invece tutti si preoccupano solo di quelli contro gli animali.

Anche la libertà è una violenza psicologica, se sequestri quella altrui.

Le donne sono meno forti e non arrivano a contrastare quella fisica, ma anche la prepotenza è una violenza, la denigrazione costante anche, perché attacchi la dignità. Stessa cosa per la discriminazione.

La violenza psicologica, però, passa sempre sottobanco.

14_ Cosa ne pensa quando si dice che “la donna è la parte debole”?

Io mi sono da sempre protetta da sola e sento che le donne sono più potenti degli uomini perché danno la vita.

Nessuno deve permettersi di farmi del male. Io mi sono difesa anche con le parole, non solo con il fisico. Da piccola sono stata bullizzata perché del sud e robusta, mi chiamano “terrona cicciona”. Ho risposto con l’essere la migliore della classe.

Oggi c’è l’abitudine a lagnarsi subito. Quando ti fischiano per strada o è la prima volta e ti fa piacere o, se ti da fastidio, rispondi male. Che ne so, con un rutto! A trent’anni un uomo mi mostrò i suoi genitali aprendosi il cappotto, io esclamai: “Che piccolo!”. Lui fuggì.

Ci si deve saper difendere. Ci sono tanti maschi e pochi uomini e tante femmine e poche donne.

Written by Redazione Lattemiele

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