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Credits: @ilariaieie @wrongonyou
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Wrongonyou: “Mettersi in dubbio aiuta a migliorare”

Wrongonyou ci ha raccontato il percorso interiore presente nell’ultimo disco, sottolineando che solo mettersi in dubbio aiuta a migliorare.

Wrongonyou ci ha raccontato il percorso interiore presente nell’ultimo disco, sottolineando che solo mettersi in dubbio aiuta a migliorare.

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Wrongonyou: “Mettersi in dubbio aiuta a migliorare”

 

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Wrongonyou, all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni giovedì dalle 21.00.

1_ Ti sei esibito su molti stage italiani e stranieri. Com’è stato calcare il palco dell’Ariston?

È stato il più difficile di tutti. Ha un peso non indifferente. Oltre che essere un palco storico, mette molta pressione. Io stavo benissimo poi appena ho messo il piede sul primo gradino delle scale, mi si è prosciugata la saliva. Quando ho cominciato a cantare, piano piano, mi sono tranquillizzato.

2_ Il fatto che non ci fosse il pubblico, ti ha permesso di rilassarti o sarebbe stato meglio avere le persone in sala?

Ti dico la verità: sei così concentrato sul da farsi e sul non cadere dalla scalinata – ho il 47 di piede! – che ti dimentichi dell’assenza del pubblico. Il fatto che c’era l’orchestra sotto al palco dava calore. Non mi sono neanche accorto della platea vuota.

3_ In questo disco, così come nel singolo sanremese “Lezioni di volo”, è molto presente il tuo percorso introspettivo.

Ho scritto l’album durante il lockdown. È stato un momento per guardarsi allo specchio e stare da soli, per la prima volta dopo tanto tempo. Ho messo tutto su musica, mi era partita la penna: una delle paure era infatti quella paralizzarmi, dato che i miei temi principali riguardano il quotidiano. Stando chiusi in casa c’era il rischio di non trovare l’ispirazione. Invece, devo dire che è andata alla grande. Ho scritto questo disco in primis per me stesso.

4_ Il sound è leggermente diverso rispetto a “Milano parla piano” (album del 2019) che sembra un disco di transizione rispetto al tuo attuale stile musicale.

Sì, sono andato a riprendere le prime produzioni in inglese e ho tentato di unirle al cantautorato italiano.

Wrongonyou: “Mettersi in dubbio aiuta a migliorare”

5_ Nell’ultimo album “Sono io”, uscito lo scorso 12 marzo 2021, sembri mettere in dubbio la tua identità.

Nel momento in cui hai un nome d’arte, si crea come un alter ego e quindi ci si fa delle domande. Io cerco di mettere molto più “Marco” nelle canzoni che “Wrongonyou”. In questo modo sono più sincero, senza filtri. È stata una liberazione scrivere di me stesso. Mettersi in dubbio aiuta a migliorare.

6_ Hai delle date in programma?

Ci sono delle date fissate per i prossimi mesi, siamo speranzosi. Si spera che nel frattempo la situazione migliori. Magari riusciremo a fare qualcosa anche questa estate. Per ora, per i concerti confermati dovremo aspettare fine novembre (qui trovate le date).

 

Biografia: Wrongonyou

Marco Zitelli (nato a Grottaferrata – Roma – nel 1990) messo da parte lo sport, scopre la musica da autodidatta ma non sente di volersi esibire in pubblico. A 21 anni però, trova il coraggio di esibirsi e nasce Wrongonyou: una miscela di ispirazioni e influenze, con lo sguardo e l’orecchio inizialmente rivolti oltreoceano e successivamente aperti verso il grande cantautorato italiano e l’indie. “KILLER” è uno dei brani più identificativi di Wrongonyou, e conta tre milioni e mezzo di stream sulle piattaforme digitali.

È stato inserito nella colonna sonora della serie di successo di Netflix “Baby” e in quella del  docu-film su Paolo Villaggio “La voce di Fantozzi”.”MI SBAGLIO DA UN PO” è il singolo di punta che ha portato al primo grosso riscontro radiofonico. L’attività live di Wrongonyou è intensa – oltre 300 concerti all’attivo in tutta Italia – e la sua internazionalità gli ha permesso di calcare i palchi dei più prestigiosi festival europei e americani.

Wrongonyou ha partecipato al Festival di Sanremo 2021 nella sezione Nuove Proposte. Entrato nella rosa dei finalisti, si classifica in quarta posizione, portandosi a casa il premio della critica “Mia Martini”.

Written by Redazione Lattemiele

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