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Francesco Renga: “È arrivato il momento di riaccendere i motori, con le giuste precauzioni”

Per Francesco Renga è arrivato il momento di “riaccendere i motori” dei concerti, con le giuste precauzioni. Leggi e ascolta l’intervista!

Per Francesco Renga è arrivato il momento di “riaccendere i motori” dei concerti, con le giuste precauzioni. Leggi e ascolta l’intervista!

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Francesco Renga: “È arrivato il momento di riaccendere i motori, con le giuste precauzioni”

 

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Francesco Bianco a Francesco Renga, all’interno di Wake Up: il programma giornaliero di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 10.00.

1_ Parliamo di “Quando trovo te”, il brano che hai presentato al Festival di Sanremo 2021. Sembra una “spremuta di Francesco Renga”: il passato, il presente e forse anche il futuro?

È una bella definizione, c’è tutto questo: gli echi della band “Timoria”; il Francesco più melodico; la modernità dell’arrangiamento di Dardust (Dario Faini); una scrittura più contemporanea nella prima parte della canzone, raccontata e parlata.

Tutto questo ha fatto si che il pezzo fosse una miscellanea di tutto quello che sono stato e probabilmente sarò. È una canzone importante, per questo era molto difficile a livello interpretativo, non solo dal punto di vista emotivo ma anche di scrittura.

Non è immeditissima all’ascolto. Quando trovo te è un pezzo maturo e per questo motivo volevo portarlo al Festival. Racconta esattamente il mio stato d’animo attuale.

2_ Non farai un album per il momento ma, in maniera super contemporanea, usciranno più canzoni e solo verso la fine dell’anno, pubblicherai un “bell’oggetto da tenere in mano”. Confermi?

Sì. Credo che in questo periodo storico, il supporto fisico abbia senso solamente se è qualcosa di veramente importante: un “oggetto bello da vedere e tenere in mano” che hai voglia di avere in casa.

Questo è il secondo motivo però per cui ho deciso di lavorare in questo modo. Ho fatto molti dischi e progetti musicali nel corso degli anni che sono quasi sempre usciti in concomitanza con qualche avvenimento particolare della mia vita e del mio percorso professionale, fotografandolo.

Tutte le volte che si realizzava un disco o un progetto, si iniziava a scrivere le canzoni un anno o due anni prima. Quando poi lo si pubblicava, rimanevano sempre fuori quei due o tre brani che fotografavano al meglio il periodo, l’uomo e l’artista che ero quando avevo iniziato a lavorare all’album. Questo perché quasi sempre non c’era più tempo.

Ho deciso quindi di lavorare un po’ al contrario, facendo uscire delle canzoni – alle quali sto mettendo mano anche adesso – sotto l’urgenza artistica ed emotiva attuale. Usciranno quando sarà il momento giusto e saranno pezzi che mi racconteranno al meglio.

Alla fine pubblicherò una raccolta. Non è, se vogliamo vedere, un modo molto contemporaneo di lavorare: è il modus operandi degli anni ’60. Una volta uscivano i singoli e solo alla fine si pubblicava l’Ep, il vinile.

Francesco Renga: “È arrivato il momento di riaccendere i motori, con le giuste precauzioni”

3_ In trent’anni di carriera da solista, come hai visto cambiare il mondo dello spettacolo? Non sei solo cantante, hai partecipato anche a molte trasmissioni televisive.

È cambiato in maniera profonda soprattutto negli ultimi 5/6 anni. A cominciare dalla fruizione della musica che è passata dal vinile al cd, facendo un grande salto. Poi è arrivato il digitale che ha trasferito la musica dall’ipod alle piattaforme di streaming digitali. L’accelerazione è stata veloce e ha completamente stravolto il mondo della musica.

Lo vedo anche nel modo in cui i miei figli gli si avvicinano. Per loro anche la radio è un mondo strano. Hanno le loro cuffiette con le playlist e si scelgono da soli la musica che preferiscono.

È cambiato tutto in maniera profonda e radicale. Di conseguenza, anche il mondo dello spettacolo. L’unica cosa che è rimasta uguale perché non si può cambiare, anche se in lockdown qualcuno ha fatto dei tentativi anche in questo senso, sono i concerti.

Sulla musica dal vivo c’è poco da giocare. Si possono inventare degli effetti speciali di un certo tipo ma alla fine, quando sei su di un palco con la tua band, la musica è sempre quella.

4_ Sei pronto a tornare live?

Sono pronto da maggio! Se il decreto me lo permetterà, potrei partire con la turnée che avevo pensato e sognato in un periodo ancora più difficile di questo, quando non si vedeva la fine del tunnel.

Questo è proprio il motivo per cui l’avevo immaginata: volevo dare un orizzonte soprattutto alle persone che lavorano con me (musicisti, fonici…) e a quel mondo dello spettacolo che da troppo tempo non lavora.

Speriamo che il decreto non me lo impedisca. La notizia buona è che da giugno sembra si possa ricominciare a fare qualcosa dal vivo. È arrivato il momento di riaccendere i motori, con tutte le giuste precauzioni del caso.

5_ Hai due figli adolescenti, Yolanda e Leonardo. Che musica ascoltano? Ti hanno spiegato un po’ i loro gusti musicali? Al Festival ci saranno sicuramente stati alcuni protagonisti che conoscevano meglio di te.

Li conoscevano quasi tutti meglio di me. Yolanda (17 anni) – la più grande – è tornata indietro nel tempo. Ascolta i cantautori e la musica rock anni fine anni ’90. Il più piccolo invece, Leonardo, è più focalizzato sui talenti italiani rapper e trapper di adesso.

Written by Redazione Lattemiele

Il miglior repertorio musicale 24 ore su 24, spaziando dagli anni ‘70 ad oggi con una scaletta attentamente studiata e selezionata.

Francesco Bianco

Wake Up 8 aprile

Anna Patti e Carlo Mondonico

Spoiler 8 aprile