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Credits: IG @imalexwyse
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Alex: «Scrivo per connettere la musica alle emozioni che provo»

Alex ci racconta il suo rapporto con la malinconia e ciò che lo lega ai suoi fan. Leggi e ascolta l’intervista!

Alex ci racconta il suo rapporto con la malinconia e ciò che lo lega ai suoi fan. Leggi e ascolta l’intervista!

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Alex: «Scrivo per connettere la musica alle emozioni che provo»

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Andrea D’Agostino a Alex Wyse all’interno di Arena Lattemiele: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda ogni venerdì dalle 16.00.

1_ Parliamo del tuo primo album, “Ciò che abbiamo dentro”, uscito a mezzanotte di venerdì 4 novembre. Emozioni?

Tante, sono contento di poter far ascoltare altri lati di me. Sono contento di aver fatto uscire in così breve tempo un album e un EP tre mesi fa.

2_ In poco tempo hai dovuto metterti sotto parecchio.

Sì, è stata un’estate molto movimentata tra spostamenti, cose da dire ed emozioni da provare che ho racchiuso nelle tracce del disco.

3_ Che cosa fotografa questo album, un momento in cui stai cambiando o sei cambiato?

Non lo so, forse è un po’ la realizzazione di tante cose. È vedere le persone attorno per quello che sono e capire effettivamente ciò che mi circonda in questo momento. Tante canzoni, in realtà, non sono nate quest’estate. Ad esempio “Quanto pesa la città” è nata all’interno della scuola di Amici, così come altri brani che ho terminato solo successivamente.

4_ Però la tua strada, sia all’interno di Amici sia dopo, è sempre stata caratterizzata dalla voglia di far uscire proprio la tua persona, la tua personalità e i tuoi pensieri.

Penso che sia la parte fondamentale di ogni persona: è bello far uscire ciò che siamo veramente senza usare mezzi termini. Voglio essere chi sono e basta.

5_ Il video di “Mano ferma” è stato girato a Londra, città in cui hai vissuto proprio una bella parte della tua vita.

Ho vissuto e studiato lì dai 15 ai 19 anni. Sicuramente, in quel periodo ho imparato molto dal punto di vista musicale: ho provato diversi stili musicali che mi hanno fatto un po’ confondere. Il tornare in Italia era un po’ una pazzia, tutti mi dicevano di rimanere lì, ma io ho sempre sentito la necessità di scrivere e cantare in italiano. Realizzerò più avanti qualcosa in inglese.

6_ Londra è una città che dà molta ispirazione agli artisti e alla musica.

Ogni posto per me è quasi un’ispirazione: lì è un po’ piovoso quindi porta malinconia.

7_ Ti definisci malinconico?

Dipende, lo sono stato e a volte lo sono, però sì. Magari sarà anche il segno zodiacale, Gemelli, ma ogni tanto ci sta.

8_ La malinconia non è una cosa brutta.

No, ma dopo un po’ ti stufa.

9_ In questo velo di malinconia, la musica dà una mano a scoprire dei lati nuovi.

Sì, a me è capitato molto di rimanere solo ed è una cosa che ho accettato e da cui ho imparato tantissimo. La musica, quando mi mettevo a suonare il pianoforte o la chitarra, mi faceva smettere di pensare a dov’ero. Mi trasportava completamente in un altro posto e non sentivo più nessuna brutta sensazione. Mi sentivo libero. Anche se sei triste, quando canti ti senti libero e quell’essere triste diventa finzione.

10_ A Torino si terrà la prima delle quattro date del tuo Instore tour. Che rapporto hai con i fan, con chi ti segue, cos’hai costruito nei live di quest’estate?

Penso di avere un rapporto molto confidenziale e amichevole perché sono come degli amici o una spalla: la cosa bella è vedere emozioni diverse, occhi e volti che ti guardano in maniera diversa e che sono in un posto preciso per lo stesso motivo. Non saprei dirti più di questo.

11_ Però ci sono delle canzoni che parlano di questo, come l’ultima che hai inserito in album.

Sì, che è “Noi”.

Written by Redazione Lattemiele

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