Lovegang126 intervista
Credits: IG @lovegang126official
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Lovegang126: «Ecco come ci siamo conosciuti»

Lovegang126 ci hanno raccontato come si sono formati e come hanno deciso di collaborare insieme. Leggi e ascolta l’intervista!

Lovegang126 ci hanno raccontato come si sono formati e come hanno deciso di collaborare insieme. Leggi e ascolta l’intervista!

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Lovegang126: «Ecco come ci siamo conosciuti»

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Lovegang126 all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni venerdì dalle 21.00.

1_Avete formato il gruppo quando avevate 14 anni.

Ci siamo conosciuti durante il primo anno di liceo più o meno.

2_Con il tempo ha preso il nome di Lovegang e avete unito 126.

Si, ma è sempre la stessa solfa. Di Lovegang abbiamo fatto anche il brand di abbigliamento.

3_Avete chiuso delle parentesi vostre e avete deciso di fare un disco tutti insieme.

Ci siamo conosciuti in diversi momenti della vita. Il disco, era una cosa che avevamo in programma da parecchi anni, ma non abbiamo mai trovato la quadra giusta. Poi è arrivata l’identità sonora giusta e ci siamo riuniti, così in breve tempo abbiamo partorito questo progetto.

4_C’è qualcuno che identificate come un leader tra di voi oppure no.

No, siamo tutti mitomani noi.

5_Sette teste insieme non sono facili da gestire. Come avete trovato un punto di incontro?

Ci è voluto un po’ di tempo perché all’inizio abbiamo fatto dei provini che andavano proprio in direzioni diverse perché siamo un collettivo che ha seguito anche binari molto differenti tra di loro. Questa questione di ritornare un po’ alle origini del rap più puro è stato sì un compromesso ma anche una cosa in cui ognuno di noi si riconosce a pieno, al di là dei gusti individuali. È stata la strada più naturale da seguire anche se abbiamo ispirazioni diverse, ma questo è quello che ci ha unito. È un po’ un sound in cui ci sentiamo tutti a casa.

6_Che approccio avete usato lavorando a questo disco?

Il soul, il jazz, abbiamo cercato questo genere. L’abbiamo sempre utilizzato anche nel rap.

7_Avete detto che solitamente ci mettete tanto tempo a scrivere i pezzi, invece il vostro ultimo lavoro è uscito molto velocemente.

Quando sei in tante persone hai anche meno responsabilità sulle spalle anche perché cerchi di far emergere di più lo spirito del gruppo, non lo spirito dei singoli. Fai le cose sicuramente pensandoci di meno. Ci siamo completati a vicenda e ci siamo presi anche delle libertà di far uscire degli aspetti di noi diversi. È bello che ci siano approcci diversi nella scrittura.

8_Avete adottato un approccio molto locale, siete di Roma e fate vedere in modo molto forte la vostra origine e la portate su scala nazionale. Lo chiamano Radical Falks.

Il rap serve a rappresentare il nostro quartiere e il nostro modo di vivere. Abbiamo voluto mettere al centro Roma. Nel disco ci sono collaborazioni solo con artisti romani della scena rap e non.

9_Qual è il significato di “Cristi e diavoli”?

Avendo fatto un affresco della nostra vita giocavamo sulla duplice natura e su tutte le nature che abbiamo. “Cristi e diavoli” sono sempre usati come sinonimi anche se sono contrari. Poi c’è questa sacralità che vive anche nella città di Roma, nei monumenti, le chiese, il Vaticano e allo stesso tempo delle situazioni molto ai margini. Ci piaceva giocare con questo dualismo.

Written by Redazione Lattemiele

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